Gabriele d’Annunzio e i suoi artisti

Gabriele d’Annunzio e i suoi artisti

Museo Paparella Treccia

2 settembre 2023 – 28 gennaio 2024

 

Gabriele d’Annunzio, noto al mondo intero come poeta e drammaturgo, è stato anche un appassionato amante della bellezza ed egli stesso fine esteta; entusiasta promotore delle arti, in tutte le sue manifestazioni, compreso l’artigianato artistico, ed esperto collezionista di opere e di oggetti d’arte di cui amava attorniarsi. L’ampiezza di questa sua affascinante attitudine la si ritrova al Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera; attitudine che non risparmiava la ricercatezza del bello anche nel mondo della moda, lì dove d’Annunzio era di casa come una sorta di stilista ante litteram.

Quello tra i suoi artisti e il poeta è stato un vero e proprio reciproco scambio di linfe creative, basti pensare al dipinto di Francesco Paolo Michetti La figlia di Iorio e l’omonima tragedia dannunziana. Quest’ultima è stata anche oggetto di attenzione da parte di Giorgio de Chirico il quale, nel 1934, su invito di Luigi Pirandello, ne realizzò le scenografie e i costumi.

E ancora, il grande pittore Giulio Aristide Sartorio, riferendosi al romanzo dannunziano Il piacere, ha giocato a identificarsi con il protagonista Andrea Sperelli apponendo la firma dello stesso in basso a sinistra nell’acquaforte La coperta dello Zodiaco.

Un rapporto di intima corrispondenza artistica d’Annunzio lo ebbe  anche con i grandi illustratori dei suoi libri, tutti noti pittori del tempo; ne è un esempio la raccolta di poesie intitolata Isotta Guttadauro edita nel Natale del 1886 con una tiratura limitata di 1500 esemplari, libro stampato su carta a mano. La pubblicazione fu illustrata da ben 22 tavole fuori testo eseguite da: Giulio Aristide Sartorio, Giuseppe Cellini, Mario De Maria, Enrico Coleman, Onorato Carlandi, Alessandro Morani, Alfredo Ricci, Vincenzo Cabianca e Cesare Formilli. Da sottolineare la collaborazione fattiva tra il Vate e Giuseppe Cellini, illustratore di punta anche delle pagine della rivista «Cronaca Bizantina», famoso quindicinale artistico-letterario romano di fine Ottocento, edito da Angelo Sommaruga.

Di diversi autori succitati sono esposte affascinanti opere pittoriche: di Giuseppe Cellini gli splendidi San Domenico e Ninfa, di Giulio Aristide Sartorio la monumentale Vestale, di Mario de Maria La casa di Tintoretto a Venezia e Canale veneziano, di Alessandro Morani il terso Lavori di maggio, solo per citarne alcuni.

Come dicevo, l’amore per la bellezza legava d’Annunzio anche all’artigianato artistico, ne sono testimonianza i legami con il pittore e stilista Mariano Fortuny y Madrazo, il vetraio e pittore Vittorio Zecchin e l’orafo Mario Buccellati. Mariano Fortuny, presente in mostra con l’abito realizzato per “la signora del Vittoriale” Luisa Baccara, ebbe sempre una stretta e proficua amicizia con il poeta anche grazie ai comuni rapporti con Eleonora Duse. Del vetraio veneziano Vittorio Zecchin sono presenti nella nostra esposizione cinque incantevoli bicchieri di vetro soffiato e un dipinto, Annunciazione, opere che collocano l’artista tra i maggiori esponenti del Liberty italiano. Al grande orafo Mario Buccellati d’Annunzio si rivolse assai spesso, considerata la sua generosità nei confronti delle amanti e degli amici; sono presenti in mostra tre elegantissimi fermacravatte, un bracciale francescano, una spilla con smeraldo a forma di cuore e uno straordinario sautoir in calcedonio e cristallo di rocca.

In ultimo desidero menzionare la presenza in mostra di un disegno di Tommaso Cascella, firmato e datato 1915, che rappresenta un gruppo di volti di soldati armati che l’artista realizzò dopo la vicenda che lo vide, nel dicembre del 1914, condannato alla fucilazione da parte dei francesi perché ritenuto erroneamente una spia tedesca, ma poi fatto salvo per intercessione di Gabriele d’Annunzio. Questa vicenda è stata raccontata dallo stesso Tommaso Cascella in un suo noto scritto autobiografico che abbiamo riprodotto su di un breve opuscolo a disposizione del pubblico.

Desidero manifestare, insieme con il personale del Museo Paparella, la soddisfazione di aver portato a termine l’organizzazione di un evento che ha richiesto un impegno gravoso per la varietà, il pregio, la delicatezza e l’importanza delle opere esposte.

L’evento, tra i più importanti da noi organizzati, darà, ne sono certo, ulteriore prestigio al Museo Paparella Treccia e soprattutto favorirà la diffusione della conoscenza della propria stupenda e ricca collezione di antiche ceramiche di Castelli.

A questo punto non mi resta che manifestare la personale mia gratitudine al Presidente della Giunta Regionale Abruzzo Marco Marsilio, al Presidente del Consiglio Regionale Lorenzo Sospiri e al Sindaco di Pescara Carlo Masci per aver concesso alla manifestazione i rispettivi patrocini.

Augusto Di Luzio

Presidente Fondazione Paparella Treccia

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