Impressione e verità nella pittura tra De Nittis, Patini e i Palizzi mostra

Dalla alla Puglia a Parigi attraverso la Via degli Abruzzi

Dal 10 marzo al 2 settembre 2018

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Non vi è alcun dubbio che, tra i pittori italiani del XIX secolo, occupi un posto di grande rilievo, anche a livello internazionale, Giuseppe De Nittis. Per molti anni, vivo è stato il desiderio di realizzare una mostra delle sue opere. La disponibilità della Pinacoteca Giuseppe De Nittis di Barletta a prestare le opere del grande maestro, seguita ai contatti con il Sindaco di Barletta, Pasquale Cascella, e con i Dirigenti e i Funzionari del Comune che gestisce Palazzo della Marra, sede della Pinacoteca, hanno generato il viaggio per il sopralluogo al Museo De Nittis, la scelta delle opere, le operazioni di richiesta del prestito, l’individuazione di una studiosa pugliese per la curatela scientifica, nonché la progressiva realizzazione di quel desiderio. Sono presenti in mostra dieci opere di Giuseppe De Nittis che coprono un arco temporale di circa quindici anni, arco di tempo ampio, ove si consideri che egli è deceduto all’età di soli 38 anni. Molti dipinti presenti nella nostra esposizione De Nittis li ha realizzati dopo il suo trasferimento a Parigi, dove ha frequentato, tra gli altri grandi esponenti dell’Impressionismo francese, Manet e Degas. Da costoro, egli ha assorbito l’idea reggente di quella che sarebbe stata la sua rinnovata maniera pittorica, e che lo avrebbe reso noto al grande pubblico e alla critica francesi, tanto da essere ritenuto il pittore per eccellenza dell’eleganza delle signore parigine. Prima del trasferimento a Parigi, De Nittis aveva operato a Napoli contribuendo a fondare, unitamente con Nicola Palizzi, Adriano Cecioni, Francesco Paolo Michetti e altri, la scuola di Resìna, vera e propria fucina dello studio dal vero, in contraddizione con i dettami dell’accademia partenopea. Fra le opere più significative presenti nella nostra esposizione, Ritorno dalle corse (1874-75), Il ritratto della signora De Nittis, eseguito a pastello nel 1881 e, molto coinvolgente, Tramonto nebbioso (1876), in cui l’artista riesce a cogliere l’atmosfera brumosa e sognante. E, la pittura dal vero, nello stesso periodo, ma con declinazioni differenti, hanno espresso altri importanti artisti, quali Teofilo Patini, massima espressione del verismo sociale, Filippo, Giuseppe, Nicola e Francesco Paolo Palizzi, Valerico Laccetti, Oreste Recchione e Gennaro Della Monica. Artisti tutti presenti in mostra dei quali farò cenno delle opere più significative: Patini con La morte di Jacopo Ortis, dipinto tanto letterario quanto struggente; Filippo Palizzi con Ritorno dai campi, arcadico rientro a casa dopo il lavoro nei campi; Giuseppe Palizzi con Falò a Fontainebleau, località in cui Giuseppe soggiornò a lungo; Nicola Palizzi con una tersa e vibrante Marina di Sorrento e Francesco Paolo Palizzi con la umbratile Natura morta con pipa. Ancora, Valerico Laccetti con l’archeologica Abbeverata presso l’antico acquedotto, Oreste Recchione con Le rive del Sangro – L’approssimarsi del temporale, e infine Gennaro Della Monica con Fienagione. Un discorso a parte merita un’opera in mostra, Mergellina, di Quintilio Michetti, fratello maggiore di Francesco Paolo, tanto valido quanto dimenticato, anche per il difficilissimo reperimento delle sue rare opere. Autodidatta, ma pienamente inserito nella temperie pittorica dei suoi anni (nacque nel 1850), Quintilio ha preso piena ispirazione dalla lezione di Filippo Palizzi, riuscendo a raggiungere uno stile autonomo e riconoscibile. A questo punto devo confessare di essere orgoglioso di contribuire alla diffusione della conoscenza dell’opera di Giuseppe De Nittis in Abruzzo, una regione che ha, anche nell’Ottocento e nella prima metà del Novecento, intrattenuto rapporti economico-commerciali con la Puglia. Di qui, i conseguenti scambi culturali, ben definiti dallo stesso titolo della mostra, Impressione e verità nella pittura tra De Nittis, Patini e i Palizzi: dalla Puglia a Parigi attraverso la via degli Abruzzi. In ultimo, mi è piacevolmente doveroso porgere i miei più sentiti ringraziamenti al Sindaco di Barletta, Pasquale Cascella, il quale ha concesso il prestito di dieci prestigiose opere di De Nittis e il Patrocinio del Comune, e le sue collaboratrici Santa Scommegna ed Angela Francabandiera. Un grazie di cuore allo storico dell’arte della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Barletta-Andria-Trani e Foggia Antonio Falchi, responsabile del procedimento per il prestito delle opere. Ringrazio anche i Presidenti del Consiglio e della Giunta Regionali d’Abruzzo, Giuseppe Di Pangrazio e Luciano D’Alfonso e il Sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, per la concessione dei Patrocini, Elena Glielmo, Direttore della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Abruzzo e del Molise e, per il patrocinio concesso, Fabio Ciracì, Direttore del Centro di ricerca interdipartimentale in Digital Humanities dell’Università del Salento. La mia gratitudine va anche a Paola Damiani e Nicola Mattoscio, Presidente e Segretario generale della Fondazione Pescarabruzzo, per aver accolto il presente catalogo nella prestigiosa collana editoriale “Arte e Cultura” di competenza della Fondazione stessa. Infine un sentito grazie alle gallerie e ai privati collezionisti che hanno prestato le loro opere.

Augusto Di Luzio, Presidente della Fondazione R. Paparella Treccia e M. Devlet